giovedì 29 gennaio 2009

La lunga attesa

Mancano poco più di due mesi all'inizio dell'Allsvenskan 2009. Ancora 64 giorni e il massimo campionato svedese di calcio tornerà ad allietare le domeniche (ma anche i sabati e i lunedì, come da recente tradizione) degli abitanti di Stoccolma e dintorni. Un'attesa lunga, complice il rigido inverno nordico che impedisce la disputa di match ufficiali nei mesi più freddi. In Svezia, come in Norvegia, in Finlandia, in Islanda e in alcuni paesi dell'ex Unione Sovietica, il campionato si sviluppa nel corso dell'anno solare, da aprile ad ottobre, al contrario della maggior parte dei tornei europei il cui calendario prende le mosse in estate, tra luglio e settembre, per concludersi tra maggio e giugno. Stessa sorte per le competizioni internazionali per club, dalla Champions League alla Coppa Uefa, che le formazioni nordiche affrontano "in ritardo" di mezza stagione rispetto alle altre compagini europee.

Premessa doverosa, questa, per entrare nell'atmosfera di un torneo dal livello sicuramente non eccelso, ma in grado negli anni di produrre ottimi giocatori, quando non talenti di livello assoluto come Zlatan Ibrahimovic. Impoverito negli ultimi anni dall'introduzione massiccia di denaro su altri mercati e da sentenze quantomeno discutibili (Bosman annessi e connessi), il calcio svedese vive della passione degli addetti ai lavori e del pubblico che - pochi sanno - lo predilige nettamente all'hockey e allo sci, discipline dove la Svezia tradizionalmente eccelle. Il calcio in Svezia è vissuto in maniera viscerale, non meno che in un paese latino o in Inghilterra. Gli stadi difficilmente sono stracolmi di gente, ma vanno tenuti in considerazione il limitato numero di abitanti e le condizioni atmosferiche non sempre favorevoli alla visione di uno spettacolo all'aperto.

Le maggiori squadre possono contare su un seguito di tifosi molto numeroso e caloroso, sia in casa che in trasferta: assistere dal vivo ad un incontro di cartello dell'Allsvenskan è un'esperienza molto vicina a quella che si può vivere Oltremanica, con l'aggiunta di alcune "note di colore" tipicamente mediterranee. Il tifo è incessante, in perfetto english style, la birra scorre a fiumi, ma non mancano striscioni, fumogeni e coreografie di stampo prettamente latino. Tutto ciò è frutto di una cultura da stadio consolidatasi negli anni, purtroppo non esente dalle storture tipiche dell'ambiente ultrà presenti ad ogni latitudine. Dagli anni '70 ad oggi sono stati numerosissimi i fatti di violenza che hanno sporcato la fedina del calcio svedese, decisamente troppi se paragonati a ciò che accade nei tornei limitrofi di Norvegia, Danimarca e Finlandia. Negli ultimi anni la situazione è migliorata, ma è ancora facile imbattersi in risse e baruffe fuori e dentro gli stadi del paese. Le condizioni degli impianti non aiutano: solo recentemente è stato avviato un piano di ristrutturazione degli stadi, rimasti per anni ben al di sotto degli standard di sicurezza.

In occasione della prima giornata di Allsvenskan, sabato 4 aprile, il derby tra Örgryte e Gais inaugurerà il nuovo stadio di Göteborg, il Nya Gamla Ullevi (letteralmente il "Nuovo Vecchio Ullevi) sorto sulle ceneri del vecchissimo Gamla Ullevi, dove le tre principali squadre cittadine (IFK Göteborg e appunto Örgryte e Gais) hanno disputato quasi 100 campionati. Accanto al nuovo impianto, che potrà contare su 18.000 spettatori e ospiterà alcune gare della fase finale dell'Europeo Under 21 in programma a giugno, resterà disponibile per le gare internazionali il famoso Nya Ullevi, teatro di diverse finali europee e ormai non tanto più "Nya", essendo stato costruito per i Mondiali del 1958, quelli che, per intenderci, rivelarono al mondo Pelè.

Un altro nuovo impianto costruito per ospitare l'Europeo Under 21 è lo Swedbank Stadion di Malmö, da non confondersi con la Swedbank Arena di Stoccolma, ancora in fase di progettazione, che non dovrebbe essere pronta prima del 2012. Il Malmö FF e le già citate squadre di Göteborg, l'IFK in particolare, sperano che i nuovi impianti facciano da volano alle rispettive ambizioni, così com'è stato per l'Elfsborg, squadra di Borås, piccola cittadina a una cinquantina di chilometri da Göteborg, capace di rivincere il campionato 45 anni dopo l'ultima affermazione, proprio l'anno successivo all'inaugurazione del suo nuovo stadio, la modernissima Borås Arena.